La differenza tra acquistare una porta blindata di classe 3 o classe 4
Quando l’allarme sociale cresce, la microcriminalità sembra un male inestirpabile e la percezione che le strade delle nostre città non siano poi così sicure, il bisogno di proteggere la propria casa e gli affetti che essa contiene ci porta verso scelte mirate ad accrescere la sicurezza nostra e dei nostri cari.
La porta blindata è sicuramente uno dei primi accorgimenti che si mettono in campo a protezione del nostro ambiente. Difatti, sia che abitiate in un condominio, che abbiate la fortuna di vivere in una villetta indipendente, porte e finestre sono sempre l’accesso prediletto dai malintenzionati.
Detto questo, si fa presto a dire porta blindata, ma in realtà occorre conoscere una serie di caratteristiche che ne differenziano i modelli e le prestazioni, prima di operare una scelta oculata.
In primo luogo occorre valutare la classe di appartenenza.
Dovete sapere infatti che le porte blindate vengono classificate in base alla classe di appartenenza.
Sono sei le fasce di sicurezza in cui è possibile collocare una porta anti-effrazione (così vengono tecnicamente definite), secondo quanto previsto dalla norma Uni1627. Le classi definiscono la resistenza all’attacco da parte dei ladri. Per collocare una determinata porta in una classe di appartenenza vengono condotti dei test mirati per valutare il grado di resistenza della serratura, della blindatura, ma anche della protezione termoacustica.
I test, condotti secondo le norme Uni 1628, 1629 e 1630, servono per quantificare il grado di resistenza a forzature di tipo statico e dinamico.
Dalle prove condotte è possibile evidenziare eventuali falle nella progettazione e costruzione della struttura, compresa la valutazione dei piccoli particolari che la possono rendere particolarmente vulnerabile. Talvolta le insidie possono nascondersi dove meno si penserebbe, ad esempio nel diametro di alcune viti, oppure nelle saldature delle componenti.
Le prove sono condotte simulando un attacco da parte di un malintenzionato, avete presente il film “Scuola di ladri”? Bene, è proprio così che avviene. I collaudatori dispongono di un set di strumenti da scasso e da effrazione e iniziano a lavorare sulla porta.
Tempo impiegato e grado di resistenza opposti dalla porta definiscono il livello della classe.
Vediamo adesso nello specifico quali sono le differenze che possiamo incontrare nel livello di resistenza opposta da una porta di classe 3 e una porta di classe 4.
Innanzitutto il test stesso viene condotto con strumenti differenti, proprio in virtù del fatto che una classe 4 opporrà maggiore resistenza.
La forzatura di una porta di classe tre viene pertanto condotta mediante piede di porco o attrezzi simili, mentre una classe 4 viene affrontata mediante strumenti più sofisticati, generalmente in possesso a scassinatori più esperti, con maggior tempo a disposizione e che possono lavorare in contesti nei quali poter produrre anche un livello maggiore di rumore. Gli strumenti impiegati sono infatti seghe, scalpelli, trapani portatili a batteria, ma anche accette.
I tempi calcolati per la durata dell’attacco variano dai 3 ai 20 minuti, considerando che in tutto vengono forniti dai 15 ai 50 minuti ai collaudatori per studiare la porta e scegliere gli attrezzi.
Quale porta dunque scegliere tra la 3 e la 4?
Diciamo che la 3 è un’ottima soluzione per abitazioni poste in condomini signorili, con beni di lusso che possono allettare i ladri più esperti. Questa classe vi offrirà una buona protezione, alla luce del tempo necessario per portare a termine l’effrazione e del rumore che questa comporterà.
Se però abitate in un contesto che consente maggiore tranquillità di lavoro al malintenzionato e la possibilità di fare frastuono, senza destare sospetto alcuno, allora la classe rappresenterà di per sé un buon deterrente, nella considerazione che le classi ancora superiori vengono generalmente destinate ad attività di altra natura, diverse dagli appartamenti residenziali.
Le classi 3 e 4 sono complessivamente una buona soluzione per gli appartamenti residenziali e le villette, considerando che un ladro deve mettere in conto nel momento in cui si accinge a compiere il reato dei fattori di rischio cui va incontro e dei margini di successo possibile.
La classe 3 è quindi idonea come porta caposcala e per quelle situazioni di rischio significativo, ad esempio per gli uffici e gli edifici industriali.
La classe 4 sarà invece consigliabile anche per esercizi ancora più sensibili al rischio, come impianti e laboratori industriali e villette signorili.
La differenza di costo tra le due soluzioni non è esorbitante, i prezzi si aggirano attorno ai 1.000 escluso iva e montaggio per una classe 3, mentre una classe 4 richiederà qualcosa in più, ma non eccessivamente. 1.300 euro saranno sufficienti (sempre iva e montaggio esclusi).
La fascia per una protezione adeguata al costo congruo è quindi questa, considerate che il salto alla classe successiva, la 5 (quella destinata ad attività di natura commerciale), comporta il raddoppio del costo.
Per maggiori informazioni contatta di Alfons Pepaj di RistrutturaInterni.com